IQNA

Medici senza frontiere: “Mille neonati sono morti in Yemen in ospedale in 2 anni”

19:13 - April 25, 2019
Notizie ID: 3483913
Iqna - Un terzo dei bambini arriva deceduto in ospedale. La ong: “La guerra ha portato al collasso del sistema sanitario del Paese”

 

Le cause di un così elevato numero di decessi di bambini e neonati sono dai ricercarsi nei fattori direttamente legati al conflitto che dal 2015 infiamma lo Yemen: la scarsità di strutture sanitarie funzionanti, le difficoltà delle persone nel raggiungerle, l’impossibilità di soluzioni alternative. Fino allo scoppio del conflitto infatti “la maggior parte dei servizi medici in Yemen era fornita da strutture sanitarie private, a costi relativamente sostenibili”. Oggi la situazione è radicalmente cambiata e “la capacità degli yemeniti di accedere a cure sanitarie di qualsiasi tipo è diminuita drasticamente perché il conflitto ha devastato l'economia e svalutato i risparmi, lasciando la maggior parte delle persone dipendente dalla limitata sanità pubblica disponibile”. Ci sono poi i problemi di mobilità. Scrive l'organizzazione umanitaria nata nel 1971 che “per raggiungere un ospedale ancora funzionante” molte persone “devono attraversare le linee del fronte, passare attraverso terre di nessuno o negoziare il passaggio attraverso più posti di blocco”. Tanto che “anche alcune madri e bambini ammessi all'ospedale di Taiz Houban hanno attraversato le linee del fronte. Questo li espone a un pericolo fisico oltre ad aumentare in modo esponenziale i tempi del viaggio”. Se “prima del conflitto, i residenti di Houban, alla periferia di Taiz, potevano raggiungere un ospedale pubblico nel centro città in dieci minuti” oggi “il viaggio per raggiungere le cure può durare fino a sei ore”. 

 

Di notte invece è quasi impossibile viaggiare e chi ci prova per raggiungere le strutture sanitarie mostra di frequente disturbi da stress post traumatico. Come spiega Sadeqa, ostetrica di Medici senza Frontiere nell'ospedale di Abs, “i pazienti non possono spostarsi a causa di attacchi aerei e combattimenti e non escono di notte per paura di essere attaccati. Una volta un'auto è stata colpita da un attacco aereo che ha ucciso tutte le persone a bordo”. Una situazione che impatta anche sul personale medico oltre che sui pazienti: “I problemi di sicurezza non riguardano solo le persone che hanno bisogno di cure mediche, ma colpisce anche il personale medico che fornisce le cure – fa sapere in una nota Jana Brandt, consulente per le operazioni di Msf in Yemen –. Il nostro staff ospedaliero preferisce fare un turno notturno di quattordici che lavorare otto ore durante il giorno, pur di non dover viaggiare di notte su strade estremamente insicure”. (Francesco Floris)

 

globalist.it 

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